DARKROOM

7,51€ PER UNA BANDIERA ITALIANA

La “stanza oscura” è quella del presente, uno spazio del tutto amorfo se non per il tricolore italiano che lo domina e che circoscrive i confini geografici della storia che vi si narrerà. La tecnica utilizzata è quella della dissolvenza, in gergo tecnico morphing, uno dei primi effetti speciali sviluppati dall'industria cinematografica, che consiste nella trasformazione di un immagine in una di forma diversa senza soluzione di continuità.

 

Così, in Darkroom, Marco De Meo incatenato alla bandiera del suo paese, è condannato a rincorrere sé stesso intorno all'asta che regge quella bandiera, quell'idea, facendosi cantastorie di vizi e virtù e trasformandosi di volta in volta in un differente personaggio dell'Italia ai tempi del collasso. Il fluido e l’inarrestabile vortice creato da questo movimento, trasforma l'oggetto inanimato in una forza centrifuga invisibile che rigetta ripetutamente il performer in avanspettacolo caricandolo, ogni volta, di un nuovo dramma da rappresentare.

 

Così prendono vita la casalinga, il neonazista, l'operaio: le loro storie, in bilico fra rassegnazione e contraddizione, riempiono le spazio non più vuoto e compongono il mosaico della crisi economica e spirituale, dove assurdo e verosimile si mescolano, distorcendo così comportamenti e valori di riferimento su cui si fondava il senso comune. Le parole si confondono nell'assenza di significato, la politica appare come mera pantomima di civiltà.

 

Nella confusione la catena si spezza e il menestrello, nei panni di una valletta viene scaraventato via dall'asta della bandiera. La scenografia digitale in quest’ultima parte dello spettacolo si fà più soffusa, dove fa' capolino un Silvio Berlusconi della discesa in campo decisamente rivisitato. Il performer liberato dall'affanno dell’azione, è attraversato da una nuova luce e da un nuovo impulso che, seguito, si tramuta in danza. La danza è liberazione anche dai simboli di quel potere così corrotto e così il performer si spoglia, svestendosi di un personaggio dopo l'altro e rimanendo nudo, come un Cristo deluso, appeso per i piedi, stremato.

 

In occasione della II° edizione di It Festival, tenutasi alla Fabbrica del Vapore di Milano a Magggio 2014, lo spettacolo è stato rielaborato grazie alla consulenza registica di Danio Manfredini che ha seguito il lavoro preliminare sui personaggi in qualità di actor coach. La ricerca di Elektromove si fonda sulla “poetica” dello spazio, come luogo esemplare in cui rappresentare sistemi valoriali e dinamiche umane; l'attualità è percorso obbligato per l'indagine drammaturgica, come ricognizione di materiale umano su cui riversare stimoli creativi e linguaggi disparati.


DATE

Debutto - Marzo 2012 | Festival Spazio, Corpo e Potere Ass. Cult. Spazio Tadini – Milano
2012 | Volksroom Open Monday Volksroom Asbl – Bruxelles
Dicembre 2012 | Rassegna What The Hell Is Performing Art? /   Progetto White Box Spazio Officina Movimento Arte – Firenze     Maggio 2014 | IT Festival Fabbrica del Vapore – Milano
Ottobre 2014 | ARCI Cicco Simonetta. Milano
Maggio 2015 | Teatro Fornace. Rho (Mi)
Nov 2015 | Magazzini Culturali. Villa Borgia. Usmate Velate (BZ)
Luglio 2016 | Festival AD ARTE - Festival di Cinema e Teatro. Calcata (VT)
Novembre 2016 | Festival Più Che Danza - Nuovi linguaggi contemporanei. Teatro dell’Arte. Triennale di Milano.
Luglio 2017 | Ciudade Preocupada - Festival di arte performativa. Montemor o Novo. Portogallo.




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